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venerdì 23 ottobre 2020

Le prodezze di "John Rambo"

 


Le prodezze di  "John Rambo"

Questa volta riporto un racconto con cui un collega di lavoro mi ha, oserei dire, deliziato per essere così incredibile da sembrare parte della sceneggiatura di un film fantasy.

     Il racconto di cui scrivo però, mi fa pensare ad un film d'altro genere, nella fattispecie "American Sniper" di cui a grandi linee conosco la trama per averne visto il trailer e letto le recensioni, di questo film mi ha colpito il fatto che il cecchino di cui si parla è in grado di colpire un bersaglio a 2.100 metri, e ancora meglio ha fatto di recente un cecchino canadese riuscendoci ad una distanza di ben 3500 metri; quindi mi rendo conto che per un esperto tiratore è possibile ottenere risultati ai quali non avrei mai pensato prima di informarmi... 2.100 metri non sembrano una grande distanza se pensiamo al nostro quotidiano, ad esempio per i mezzi di trasporto che possiamo utilizzare ogni giorno 2100 metri possono essere percorsi in poco tempo, pensando in altri termini e considerando che il mar Mediterraneo è profondo in media 1429 metri ed il mar dei Caraibi 2647, già vediamo le cose in una prospettiva molto diversa, e 2.100 metri non sembrano pochi.

    Ora che ci siamo fatti un'idea della distanza da cui è possibile colpire un bersaglio per un cecchino, è bene informarsi anche sulle prestazioni dell'arma che usa il protagonista di questo racconto, cioè una carabina... Per informarmi, oltre al parlarne con un paio di cacciatori, ho tentato di informarmi anche in Rete e sembra trovare conferma che, come detto dai suddetti cacciatori, dopo 200 / 300 metri diventi problematico colpire anche un grosso bersaglio per tutta una serie di fattori che non andiamo ad approfondire per non uscire dall'oggetto del racconto.

    Veniamo dunque al racconto che inizia in un contesto e con una creatura quasi fiabeschi: su certe verdi colline di una ridente località, viveva un enorme cinghiale, in grado di distruggere 2 ettari di mais ogni notte (non un metro quadrato di più o di meno, e non è dato sapere per quante notti lo abbia fatto) con questo siamo appena all'inizio del racconto e già l'eventuale cinghiale sembra più simile ad una mietitrebbia, e certamente degno di essere paragonato ad una creatura fantastica, ma è con questo tipo di creature che ama avere a che fare il nostro "eroe".

    L'eroe appena introdotto, ha un "nome d'arte" di tutto rispetto, nientepopodimenoche            "Rambo", oppure "John" per chi vi è più in confidenza; questo perchè il Nostro è sempre stato affascinato da questo personaggio cinematografico interpretato dell'attore Silvester Stallone, a tal punto da avere come suoneria dello smartphone il dialogo di una scena del primo film in cui Rambo è protagonista, cioè la scena in cui Rambo si nasconde in una miniera abbandonata e riceve una chiamata via radio dal colonnello Trautman che inizia con "... Corvo chiama capopattuglia..." .

    La situazione sembrava essere stata creata ad arte dal destino perchè John (ora chiameremo così il Nostro) dimostrasse per l'ennesima volta, nonostante non fosse più necessario, almeno una minima parte delle sue straordinarie capacità... Purtroppo per il malcapitato cinghiale.

    Fra queste colline dove tale cinghiale era una vera e propria calamità per gli agricoltori, vi era anche una residenza dove John trascorreva solitamente i periodi di riposo fra una missione e l'altra... O forse erano semplicemente ferie dal lavoro? E' più divertente rimanere col dubbio... Comunque il proprietario di questa residenza sapeva dell'imminente arrivo di John, atteso anche dal locale Comandante della Forestale, che parlando appunto con il proprietario dei problemi causati dal cinghiale, riponeva le sue ultime speranze nelle capacità di John, siccome la Forestale non aveva potuto nulla contro il cinghiale, se non avvicinarvisi ad un massimo di duecento metri, distanza alla quale il cinghiale "automaticamente" si allontanava, come se fosse dotato di un radar che a quella distanza lo allertasse.

    Al suo arrivo alla residenza, John fu salutato dal proprietario come il Messia che avrebbe salvato le genti di quelle terre dal cinghiale o da qualunque altra cosa minasse la serenità di quella comunità, accoglienza non meno calorosa gli riservò il Comandante della Forestale, che gli spiegò il problema... John si disse lieto di risolverlo, così nonostante il suo soggiorno avrebbe dovuto essere di solo riposo, acconsentì... Resosi conto di quanto il suo intervento fosse indispensabile per quelle genti... Grande John, campione di altruismo.

    In pochi giorni non mancò l'occasione per John di ricambiare la calorosa accoglienza, infatti ebbe presto modo di misurarsi col cinghiale... Tale confronto avvenne quando si presentò il Comandante presso la residenza in cui alloggiava John per riferirgli che il cinghiale era stato avvicinato dai suoi uomini che vi si trovavano ad una certa distanza (ovviamente 200 metri) ed era visibile anche dalla residenza di John, per cui uscirono per valutare la situazione; il cinghiale si trovava sul versante di una collina vicina, ad una distanza stimata da John e dal Comandante in circa 1600/1700 metri... (Io forse avrei avuto qualche difficoltà a vederlo).

    Il Comandante, precedentemente informato dall'ospite di John, sapeva che per il "duello" l'arma scelta da John sarebbe stata una carabina, e sapeva anche che la distanza era eccessiva per quel tipo di arma, per questo disse a John che conosceva diversi luoghi nelle vicinanze della posizione in cui si trovata il cinghiale, dei veri e propri appostamenti che potevano usare per avvicinarsi al cinghiale ad una distanza utile per colpirlo... Ma John disse che non era assolutamente necessario, anzi apparve un po' offeso... Così il comandante un pò imbarazzato chiese chiarimenti, ma John per tutta risposta gli disse di attendere un attimo; tempo che gli servì per entrare nella residenza ed uscire con una normalissima carabina dotata di un cannocchiale, come si aspettava il Comandante... Il quale un po' incuriosito, gli chiese nuovamente ma con molto rispetto e prudenza, se fosse d'accordo o meno ad andare in una delle postazioni.

    John manifestò quanto lo urtasse ripetere le cose... Ribadì che non era necessario andare da nessuna parte, avrebbe colpito il cinghiale esattamente da quella posizione, ovvero dalla residenza in cui si trovavano, a circa 1600/1700 metri... Il Comandante non potè far altro che rimanere a bocca aperta per lo stupore ed aspettare con impazienza, e forse anche con qualche dubbio, che John portasse a termine la sua missione.

    Nonostante un po' di tempo fosse trascorso dal momento in cui il Comandante andò da John per informarlo sulla posizione del cinghiale, questi si era spostato solo di pochi metri, per cui secondo John era ancora un facile bersaglio... Dato il rischio di essere colpiti, spero fu comunicato agli uomini di mettersi al riparo in previsione del tentativo di John di abbatterlo (anche se con la precisione di John forse non sarebbe stato necessario) comunque John dopo essersi posizionato e preso la mira con l'ausilio del cannocchiale, premette il grilletto con sicurezza, poi si ricompose e fece per riporre la carabina all'interno della residenza, quando il Comandante, che sembrava visibilmente deluso, gli fece notare di aspettare un attimo, siccome non aveva colpito il cinghiale perchè questi non si era mosso... John sorrise come aspettandosi quella reazione e proseguì nel riporre la carabina, dicendo al Comandante di chiedere di verificare ai suoi uomini nelle vicinanze del cinghiale se l'avesse colpito o meno.

    Gli uomini dapprima titubanti, cominciarono ad avvicinarsi, dubbiosi che John avesse colpito il cinghiale per l'eccessiva distanza, e soprattutto timorosi per l'eventuale reazione dell'animale... Questo nonstante fossero armati, perchè vi era anche il rischio che fosse ferito e che reagisse in modo ancor più imprevedibile di quanto avrebbe fatto in condizioni normali.

    La loro curiosità crebbe perchè nonostante si fossero avvicinati ormai a molto meno di duecento metri, il cinghiale non si mosse di un millimetro... Quindi procedettero con le dovute cautele e gli si avvicinarono a pochi metri; in quel momento notarono che il cinghiale perdeva sangue, così pensarono di utilizzare qualche oggetto che trovarono nelle immediate vicinanze per capire se fosse in grado di muoversi o meno, e con il dovuto timore lo colpirono con qualche zolla di terra, ma siccome non accennò reazioni, presero coraggio e gli si avvicinarono per provare a spingerlo con decisione con un ramo trovato a terra, fu così che il cinghiale cadde al suolo privo di vita, cosa che non stupì John che stava assistendo alla scena assieme al Comandante che era in collegamento via radio con uno dei suoi uomini; inutile dire che il Comandante una volta avuta conferma dell'abbattimento del cinghiale fu a dir poco estasiato per il fatto che John, l'Eroe in cui ripose le proprie speranze, non l'avesse deluso... Ed anche perchè la gente del posto non gli avrebbe più chiesto con insistenza di risolvere il problema della presenza del povero cinghiale.

    John dimostrò ancora una volta, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ciò di cui era capace... E stupì tutti colpendo il cinghiale da una distanza incredibile per l'arma usata e ovviamente con un colpo solo, salvò così la comunità e riportò tranquillità e sicurezza... Un Vero Eroe.

    Successivamente, dichiarò che tale impresa fu possibile solo perchè vi era assenza di vento, altrimenti forse non sarebbe riuscito a colpirlo con un colpo solo... Viva la modestia.











giovedì 23 settembre 2010

Prima esperienza di lavoro





Prima esperienza di lavoro


La mia prima esperienza di lavoro la feci all'età di 13 anni.
    Durante l'estate dei miei 13 anni, un po' perchè a scuola non andò bene, un po' perchè ero convinto che lavorare fosse meglio che studiare, ed in ultimo perchè avrei utilizzato i guadagni per acquistare uno scooter Vespa al compimento di 14 anni; tramite mio padre venni inserito in un gruppo di persone che facevano manutenzione ad appartamenti in una località di mare ad una decina di chilometri da casa mia.
    Assieme a me, vi erano un mio amico coetaneo ed alcune persone di mezza età che ci trasportavano sul luogo di lavoro in auto e ci davano istruzioni su cosa fare.
    La mattina si iniziava verso le 7:30, poi alle 12 vi era un'oretta di pausa poi si riprendeva... Non si terminava prima delle 18, più frequentemente verso le 19.
    Io non resistetti molto, all'incirca 3 settimane... Il mio amico ancora meno.
    Era un lavoro particolarmente pesante, praticamente facevamo manovalanza per i muratori... Per cui il lavoro consisteva nel spostare sacchi di cemento (che ai tempi pesavano 50 kg)... Ma almeno io e il mio amico potevamo farlo assieme... Trasportar secchi di cemento o macerie con carrucole manuali, pulire cancellate di ferro con carta abrasiva, piccole verniciature, impastare cemento... E cose simili.
    Il capo era piuttosto pretenzioso, e la retribuzione che aveva deciso per noi non era esosa... La paghetta oraria ammontava col vecchio conio a Lire 3000; cioè 1,55 Euro.